
Solo il 12% delle imprese italiane intrattiene un rapporto “relazionale” con la banca, mentre l’88% si limita a un rapporto ordinario di finanziamento. Tuttavia, i dati di un’analisi del Centro Studi Tagliacarne sul rapporto tra banche e imprese con una forza lavoro compresa tra i 5 e i 499 addetti, mostrano come il relationship lending – il modello di rapporto con la banca che integra credito e consulenza sulle strategie di innovazione e organizzative – offra vantaggi concreti. Il 44% delle aziende che adottano questo approccio ha previsto infatti un aumento del fatturato nel 2024, contro il 28,9% delle aziende che si limitano a una relazione ordinaria di finanziamento (transaction lending).
Gli effetti positivi si riflettono anche nella duplice transizione digitale e verde. Tra il 2024 e il 2026:
- Il 53,4% delle imprese con relationship lending prevede investimenti nella trasformazione digitale e il 74,5% nella sostenibilità ambientale.
- Mentre solo il 30,1% e il 32,8% delle imprese con un rapporto bancario ordinario dichiarano di voler investire rispettivamente nel digitale e nel green.
Lo studio evidenzia che le performance economiche delle imprese migliorano sensibilmente quando queste collaborano sia con le banche sia con le Università. In particolare, il 53,5% di queste imprese ha previsto un aumento del fatturato nel 2024, rispetto al 28% delle aziende che non intrattengono rapporti con nessuno dei due soggetti. La differenza si riflette anche nella propensione ad investire nella duplice transizione digitale e green. Tra il 2024 e il 2026:
- Il 55,4% delle imprese che ha rapporti con istituti bancari e Atenei ha in programma investimenti nella trasformazione digitale e il 63,2% nella sostenibilità ambientale
- Percentuali che scendono al 30,3% per il digitale e al 18,1% per il green nel caso delle imprese che non hanno relazioni con questi due soggetti.
L’interazione tra imprese, università e banche ha ricadute positive anche sui sistemi territoriali: il 47,4% delle imprese con queste relazioni sviluppa rapporti con attori locali, contro il 2,3% delle aziende prive di legami. Infine, la relazione con banche e Università si traduce in una maggiore crescita degli asset intangibili – ricerca, sviluppo, capitale umano e organizzazione imprenditoriale – con un incremento degli asset intangibili del 15,2% tra il 2021 e il 2023 per le imprese che hanno relazioni con entrambi i soggetti, a fronte di un calo del 6,6% tra le imprese senza connessioni né con banche né con Atenei.