Crollano le iscrizioni d'impresa per gli effetti della pandemia, con un picco negativo del 65,5% nel mese di aprile 2020 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, e una media del secondo trimestre pari a -37,1%. Ipotizzando nei mesi di novembre e dicembre effetti analoghi a quelli registrati nei mesi di marzo-aprile si arriva a stimare una perdita di nuove imprese nel 2020 di quasi 70 mila unità, di cui 20 mila imprese giovani. Il dato emerge da uno studio condotto dai giovani di Confcommercio in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio "Guglielmo Tagliacarne". Le imprese di giovani con meno di 35 anni sono oggi in Italia quasi 530mila. Un numero importante, pari all'8,7% di tutto il sistema produttivo nazionale, anche se in calo di 80mila unità rispetto a 5 anni fa. Alla perdita di 80mila imprese giovanili hanno contribuito soprattutto il commercio, con 35mila imprese di under 35 in meno, mentre il settore della ristorazione ha perso quasi 5mila imprese di under 35. Ciò si lega solo in parte a una riduzione della popolazione giovanile, perché nel tempo e' sceso il rapporto imprese giovanili/giovani. Negli ultimi 10 anni circa 250mila giovani, tra i 15 e i 34 anni, hanno peraltro deciso di lasciare l'Italia. In dieci anni, disoccupazione e calo delle nascite hanno ridotto di due punti percentuali il contributo dei giovani al Pil italiano.
Anche le imprese giovanili hanno subito l'impatto della pandemia, con un calo di iscrizioni nel secondo trimestre 2020 del -36,3% rispetto al 2019, valore però leggermente migliore della media (-37,1%), e certamente migliore di quello registrato da imprese femminili (-42,3%) e straniere (-50,0%). Guardando al commercio, l'impatto e' stato del -36,6%, ma nel turismo le nuove imprese giovanili nel trimestre sono state due terzi in meno dell'anno precedente (-62,4%) e nelle attività sportive, di intrattenimento e di divertimento oltre la metà (51,7%). Le imprese giovanili, esposte a una maggiore mortalità nei primi anni di vita, superati i 5 anni divengono imprese con una probabilità di sopravvivenza superiore rispetto alle altre: a 8 anni dalla nascita ne troviamo ancora il 62% laddove le altre imprese sono diventate il 53%. "Evidentemente", afferma Andrea Colzani, presidente Giovani Imprenditori Confcommercio, "diminuisce il contributo quantitativo dei giovani all'imprenditoria italiana: è un'enorme occasione sprecata durante la pandemia, che però purtroppo insiste su un trend di medio periodo. Non diminuisce però il contributo qualitativo dell'imprenditoria giovanile: dalle competenze digitale alla proiezione all'innovazione all'attenzione alla sostenibilità ambientale, queste caratteristiche sono strategiche, tanto piu' nella crisi che stiamo vivendo. Bisogna dare il coraggio (e le risorse) ai più giovani per tornare a fare impresa. Confcommercio cerca di fare la propria parte anche con occasioni di confronto, crescita e formazione, come Ri-generazioni".
(AGI) 0254 3 ECO 0 R01 / Roma, 1 dic.