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E se per aumentare la produttività aumentassimo le retribuzioni?

Competere sui costi del lavoro è una strategia perdente per l’Europa e in particolare per l’Italia. Nel Rapporto sul “Futuro della competitività europea” Mario Draghi afferma  che “la competitività oggi è sempre meno relativa ai costi del lavoro e molto basata sulle conoscenze e sulle skill che sono incorporate nelle forze di lavoro”.

Ritorna quindi, con forza, la questione della crescita della produttività e la necessità di investire in ricerca e innovazione per aumentarla. Infatti, i dati contenuti nel Rapporto mostrano come l’economia europea negli ultimi due decenni ha registrato un tasso di incremento della produttività sistematicamente inferiore a quello degli Stati Uniti: circa il 70% della crescente differenza di Pil pro-capite tra le due aree (oggi del 34%) è dovuta alla minore produttività europea.

Questa è la situazione in Europa, e da noi? Purtroppo siamo messi anche peggio: in Italia l’aumento medio annuo della produttività del lavoro nel lungo periodo (2014-2022) è stato dello 0,5%, contro una media europea dell’1,3%. 

Occorre ulteriormente investire, ma dove? Su questo punto ritorna, tra gli altri, ancora Mario Draghi ribadendo che la crescita è sempre più collegata agli investimenti in capitale intangibile, ossia nel capitale innovativo-tecnologico (ricerca e sviluppo, software) e nel capitale organizzativo-manageriale (modelli operativi, pratiche di gestione). Entrambi sono assolutamente indispensabili. 

Lo dimostrano anche alcune recenti elaborazioni condotte insieme a Marco Pini, Marco Gentile e Domenico Bognoni dell’Istituto G.Tagliacarne, le quali mostrano la relazione tra le due forme di capitale intangibile e il tasso di crescita del Pil, risultato: una prima evidenza è la bassa relazione tra crescita degli investimenti in beni materiali e tasso di incremento del Pil, che viene guidata dalle due forme di capitale intangibile. 

I cosiddetti asset intangibili sono, quindi, uno dei principali booster della crescita, molto di più - negli anni recenti - rispetto agli investimenti fisici. Ma la crescita degli intangibili è strettamente legata a quella del capitale umano, in tutte le sue forme e in particolare in quelle conoscitive e manageriali. Da questo punto di vista non siamo messi benissimo perché il nostro Paese si trova al 19esimo posto in Europa secondo un indicatore che misura la qualità delle competenze manageriali.

La domanda quindi sorge spontanea: quanto sono attrattive le nostre imprese per queste forme di capitale immateriale indispensabili per aumentare la produttività, e quindi la posizione competitiva? E poi, per aumentare le retribuzioni prima deve aumentare la produttività o l’aumento dei salari può essere un driver per la crescita della produttività? 

La risposta a questa domanda è al centro delle riflessioni esposte dal direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, Gaetano Fausto Esposito, nell’articolo pubblicato sul blog di HuffPost dal titolo “E se per aumentare la produttività aumentassimo le retribuzioni?”.

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