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Export nelle province di Chieti e Pescara

Disponibile dal tre giugno, sul canale Youtube della Camera di Commercio di Chieti Pescara, la prima puntata di "Imprese più Informa", un nuovo format dedicato all'approfondimento dei temi caldi dell'economia con il contributo del Centro Studi delle Camere di Commercio G. Tagliacarne.

EXPORT NELLE PROVINCE DI CHIETI E PESCARA

Rispetto al IV trimestre del 2019, il valore delle esportazioni nell'ultimo trimestre 2020 è aumentato del +5,0% nella provincia di Chieti e del +20,6% nella provincia di Pescara ma il Prof. Esposito, direttore del Guglielmo Tagliacarne, ammonisce:
“Agire per ampliare il numero di imprese che accedono ai mercati internazionali e mettere in campo interventi per sostenerne la diversificazione”.

Pescara 01 giugno 2021 - Nel 2020 il volume degli scambi globali ha subito una forte contrazione rispetto all’anno precedente: si è chiuso infatti con una caduta del commercio mondiale di beni manufatti poco superiore al 7% e quasi il 90% dei mercati analizzati ha mostrato, a fine 2020, un calo dei propri livelli di domanda.

Da questo punto di vista le province di Chieti e Pescara ci riservano delle belle sorprese.

Come emerge dallo studio del Tagliacarne, nell’ultimo trimestre 2020 rispetto al trimestre precedente , le esportazioni crescono del +17,1% (erano pari a 1,55 miliardi di euro), con un contributo più rilevante in termini assoluti offerto dalla provincia di Chieti (+234 milioni di euro, ovvero il +16,4%), nonostante una dinamica migliore registrata in termini relativi dalla provincia di Pescara (+26,2%, ovvero +32 milioni di euro). Variazioni, in ogni caso, migliori della media nazionale registrata nell’analogo periodo (+11,0%).

Anche per quanto riguarda le importazioni si registra un andamento positivo: il valore dei beni importati aumenta del +9,5% nei territori della Camera di commercio di Chieti e Pescara (era pari a 601 milioni di euro nel III trimestre 2020) e, nello specifico, del +11,3% nella provincia di Chieti e del +0,8% nella provincia di Pescara. Anche in questo caso, la dinamica locale appare coerente con quella regionale (+6,6%) e nazionale (+11,5%).

Rispetto al IV trimestre del 2019, il valore delle esportazioni nell’ultimo trimestre 2020 è aumentato del +5,0% nella provincia di Chieti e del +20,6% nella provincia di Pescara; come conseguenza del diverso peso specifico delle due diverse realtà territoriali sull’interscambio commerciale, la crescita media complessiva delle esportazioni per le imprese della Camera di commercio di Chieti-Pescara è pari al +6,1%.

Nonostante la dinamica estremamente favorevole registrata nell’ultimo quarto d’anno, il 2020 ha invece rappresentato una battuta d’arresto evidente per il territorio, in linea con un quadro tutt’altro che favorevole emerso a livello globale e nazionale.

Nel confronto tra i dati del 2020 con quelli del 2019, le esportazioni annuali si sono attestate su un valore poco superiore ai 6 miliardi di euro, ovvero il 9,7% in meno rispetto all’anno precedente (quasi 6,66 miliardi di euro). Anche le importazioni sono complessivamente diminuite, raggiungendo una cifra di poco superiore ai 2,45 miliardi di euro che determina una riduzione del -10,3% rispetto agli oltre 2,73 miliardi di euro del 2019.

Sono tre i settori maggiormente caratterizzanti l’export di Chieti e Pescara: il comparto dei mezzi di traporto, da cui deriva il 65,1% del valore complessivamente esportato (quasi 4 miliardi di euro); la meccanica (il 7,7% del valore esportato) ed il settore della trasformazione alimentare. Tra tutti i comparti manifatturieri si registra la quasi esclusività della provincia di Pescara nella farmaceutica, cioè in quel settore in cui  è prevista una maggiore dinamicità.

“Per le province di Chieti e di Pescara occorre superare la doppia concentrazione imprenditoriale e dei mercati di sbocco che potrebbe limitare la diffusione dell’internazionalizzazione sui due territori”. A sottolinearlo è Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi delle Camere di commercio G. Tagliacarne che specifica “a Chieti le prime cinque aziende locali fanno quasi il 70% delle vendite all’estero, mentre a Pescara le prime cinque imprese registrano il 46% delle esportazioni contro un valore medio italiano del 31%. A questo si aggiunge che il 65% circa delle vendite all’estero del chietino si concentra solo su tre mercati di destinazione (Germania, Francia e Regno Unito). “Per consentire di cogliere le opportunità future – continua Esposito- le policy devono quindi agire per ampliare il numero di imprese che accedono ai mercati internazionali e mettere in campo interventi per sostenerne la diversificazione”.

Ma più che i settori in sé, saranno premiate le strategie di quanti faranno propri gli stimoli di digitalizzazione, ambiente e salute che guideranno le politiche industriali, i modelli di produzione e di consumo nell’epoca post covid. La convinzione è che le imprese italiane – e quelle abruzzesi in particolare -  possano ancora reagire all’epoca post pandemia.

Letizia Scastiglia, presidente Agenzia di Sviluppo: “La Commissione europea ha evidenziato che le aziende europee devono diventare più sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale ed economico, sfruttare la digitalizzazione e diventare più resistenti agli shock di ogni tipo. Così facendo, diventeranno più competitive sui mercati globali e saranno in grado di sostenere questa maggiore competitività nei decenni a venire”.
 

Per il presidente della Camera di Commercio Chieti Pescara Gennaro Strever è fondamentale investire sulle infrastrutture e questo momento, caratterizzato dalla nuova programmazione europea e dal recovery fund, è più che mai strategico: “Nel 2019 abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa tra la Regione Abruzzo e l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, per l’inserimento di tutti i porti del mare Adriatico centrale nella rete core, richiedendo con forza l’inclusione della rete viaria e ferroviaria adriatica nel corridoio Adriatico-Baltico, almeno fino al porto di Ortona.

Nel quadro di questo nuovo asset strategico, risulta prioritario la costituzione di una nuova diramazione del Corridoio Mediterraneo che attraversi l’Italia secondo l’itinerario Barcellona, Civitavecchia, Ortona, Ploce.  con l’inclusione della rete viaria e ferroviaria nel corridoio baltico e anche al fine di sfruttare in pieno le due strutture intermodali dell’Autoporto di Avezzano e dell’Interporto di Manoppello”.

 

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