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Il 75% delle imprese giovanili digitalizzate prevede di recuperare i livelli pre Covid entro il 2022

La crisi pandemica si è fatta sentire anche sulle imprese giovanili ma ha avuto un impatto minore sulle loro attività e i giovani imprenditori guardano al futuro con più positività.

Il 43% delle imprese giovanili dichiara di non avere avuto perdite di fatturato nel 2020, contro il 36% delle altre imprese. E chi ha perso terreno appare comunque più positivo sul futuro rispetto agli atri colleghi imprenditori. Il 68% delle imprese under 35 manifatturiere prevede infatti un ritorno ai livelli produttivi del pre-Covid entro il 2022, contro il 60% delle altre aziende. Una percentuale che sale al 75% per gli imprenditori giovani che hanno investito in industria 4.0. A conferma che il digitale è un potente acceleratore di competitività. E’ quanto emerge dall’indagine del Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne e Unioncamere sull’impatto della crisi pandemica sull’attività 2020 sull’imprenditoria giovanile.

Solo nel 2020 si sono perse 18.900 nuove imprese giovanili rispetto al 2019, con una variazione del -18,0% contro il -16,9% delle altre imprese. Ma l’esercito di imprenditori under 35 si sta riducendo da tempo, come emerge dall'indagine Unioncamere-InfoCamere sulla nati-mortalità delle imprese

In dieci anni sono mancate all’appello quasi 156mila imprese giovanili, con un calo del - 22,4% contro una riduzione dell’8% del numero di giovani tra 18 e 34 anni.

Più in particolare in questo decennio le imprese giovanili sono calate di 16 punti in più rispetto alla riduzione della popolazione giovanile tra i 18 e i 34 anni (-22,4% contro – 8%). A fronte di questa forbice il rapporto tra imprese giovanili e popolazione giovanile ha perso mediamente un punto per ogni anno passando dal 61,5‰ del 2011 al 51,9‰ del 2020.