Sono stati più di 302mila i contratti di lavoro programmati dalle imprese culturali e creative lo scorso anno, vale a dire il 5,5% delle entrate di personale previste dalle aziende dei settori industria e servizi (+8,8% rispetto al 2022). Oltre un terzo di queste assunzioni ha interessato figure professionali in possesso di un titolo di laurea (contro il 13,9% del complesso dell’economia). A dimostrazione che, in particolare in questo settore, il “pezzo di carta” può fare davvero la differenza. È quanto emerge dal volume “Imprese e professioni culturali e creative, 2023” del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e analizzato in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio G. Tagliacarne.
Numeri alla mano, nel sistema culturale "core" - industrie creative, industrie culturali, patrimonio storico-artistico, performing arts e intrattenimento- è, infatti, particolarmente elevata la ricerca di profili professionali qualificati, in grado di coniugare conoscenze specializzate con talento e creatività. Anche per questo viene richiesta nel 36,3% dei casi un’esperienza specifica nella professione (contro il 22,2% del totale imprese di industria e servizi).