L'Italia è seconda in Europa per chilometri di costa e si posiziona terza per valore aggiunto prodotto dalla cantieristica navale, dal turismo costiero e dall’estrazione dai mari di petrolio, gas e altri minerali. Queste sono alcune delle evidenze che mostrano come l’economia del mare rappresenti un settore chiave per l’economia del nostro Paese.
Se ne parla nell'ultimo numero di Unioncamere Economia & Imprese, il Magazine delle Camere di commercio italiane, nell’articolo “La Blue economy viaggia con il vento in poppa” di Loredana Capuozzo, che mette a fuoco i dati del XII Rapporto sull’Economia del mare realizzato da Unioncamere, il Centro Studi Tagliacarne, la Camera di commercio di Frosinone Latina, Informare, Ossermare e il Network Blue Forum Italia.
La Blue economy genera un valore aggiunto diretto di 64,6 miliardi di euro, che sale a 178 miliardi grazie al suo impatto sui settori correlati. Non solo, nel 2022 il valore aggiunto dell’economia del mare è cresciuto del 15,1%, superando l'incremento medio dell'economia italiana (6,9%). L'occupazione del settore inoltre è aumentata del 6,6%, rispetto all'1,7% complessivo. Il Mezzogiorno contribuisce con circa 21 miliardi di euro, ma ha un moltiplicatore di ricchezza inferiore rispetto al Nord Est dove sale a 2. Se migliorato, il dato del Mezzogiorno potrebbe generare ulteriori 8 miliardi di euro.
Per approfondire altri dati e evidenze scarica il nuovo numero di Unioncamere Economia & Imprese a questo link