Il 36% delle imprese esportatrici italiane lavora totalmente o parzialmente in sub-fornitura. Quasi il 20% della produzione made in Italy confluisce nei processi di trasformazioni di altri paesi. Questi dati tratti da un'analisi del Centro Studi Tagliacarne sono alla base delle riflessioni del direttore generale, Gaetano Fausto Esposito, nell'articolo "La globalizzazione è morta, viva la neo-globalizzazione" pubblicato oggi sul blog di Huffpost.
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