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Le tre cause di aumento della disuguaglianza per effetto dell’inflazione

La discussione sui dazi e sul rimescolamento delle carte nel gioco della geopolitica sta mettendo in secondo piano una delle questioni più corrosive della nostra società: la disparità di reddito e la crescita della disuguaglianza a livello mondiale. Non si tratta solo di un problema economico, ma una concreta minaccia per gli orientamenti democratici di molti Paesi.

L’inflazione ha avuto infatti un “doppio effetto corrosivo”: sugli standard di vita e sull’ampliarsi della distanza verso la fascia più abbiente della popolazione. Dal primo punto di vista, ha inciso sul livello e la qualità dei consumi di ampie fasce della popolazione riducendone la capacità di spesa e quindi provocando una “retrocessione” negli standard di vita. 

Sul secondo versante ha agito attraverso la dotazione patrimoniale: la distribuzione della ricchezza è ancora più sperequata della distribuzione del reddito, i “redditieri” poi hanno una buona parte della loro ricchezza investita in titoli a reddito variabile, soprattutto azioni, e il mercato azionario ha incrementato in questo periodo il suo valore come testimoniato dall’andamento dell’indice MSCI ACWI, che misura le dinamiche borsistiche mondiali. Ciò ha finito per ampliare i redditi di chi è al top, aumentando ulteriormente le distanze rispetto a quanti invece sono più in basso nella scala del reddito.

Negli Stati Uniti, ad esempio, il 10% più ricco della popolazione detiene oggi il 47% del reddito nazionale, rispetto al 34% del 1980.
Il doppio effetto dell’inflazione, insieme alla crescente incertezza, non ha solo ampliato la disuguaglianza, ma ha anche rafforzato la percezione di ingiustizia tra ampie fasce della popolazione. Questo fenomeno è alimentato da un “effetto dimostrazione”, cioè dal confronto con la fascia più ricca che, al contrario, ha visto migliorare ulteriormente la propria situazione economica.

In Italia, il quadro non è più confortante: secondo le ultime rilevazioni Istat nel 2024 l’indice di disuguaglianza (indice di Gini) ha subito un lieve incremento, collocando il nostro Paese al ventesimo posto nell’Unione europea per disparità nella distribuzione del reddito. La crescente percezione di ingiustizia economica, inoltre, rischia di alimentare il malcontento sociale e di minare la coesione collettiva con l’emergere di semplici soluzioni populistiche alimentate da narrazioni improprie diffuse in particolare dai social media.

Quali politiche, quindi, è necessario rilanciare per contrastare la crescita del malcontento e dell’insoddisfazione dei cittadini? Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi G.Tagliacarne, prova a rispondere a questo quesito nell’articolo, pubblicato sul blog di HuffPost, dal titolo “Le tre cause di aumento della disuguaglianza per effetto dell’inflazione”.

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