Nel 2024, le medie imprese del Sud Italia realizzano risultati migliori rispetto alle medie imprese del Centro-Nord sia per fatturato sia per esportazioni. Questi dati emergono dal rapporto “La competitività delle medie imprese del Mezzogiorno tra percezione dei rischi e strategie di innovazione”, elaborato dall’Area Studi di Mediobanca, dal Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere e presentato oggi, martedì 10 dicembre 2024, presso la Camera di Commercio di Bari. Il rapporto sottolinea alcuni dati chiave e performance delle medie imprese meridionali, a partire dalla crescita del fatturato:
- Nel 2023 il fatturato delle medie imprese del Sud è aumentato del 2,7%, a fronte di un calo del 3,6% registrato al Centro-Nord.
- Nello stesso periodo, l’export è cresciuto del 4,4%, mentre quelle del Centro-Nord hanno subito una contrazione del 2,1%.
Inoltre, anche per l’anno in corso, le medie imprese del Sud prevedono di raggiungere un incremento intorno al 2% del proprio giro d’affari e delle esportazioni, in contrapposizione ad un calo atteso da quelle del resto d’Italia rispettivamente dell’1,5% e del 4%. Oltre ai dati su fatturato ed export, il rapporto mette in luce l’importanza degli investimenti in innovazione, che si confermano una leva fondamentale per la competitività.
- In particolare, emerge che l’87,3% delle medie imprese del Sud ha già investito in tecnologie l'4.0, o prevede di farlo entro il 2026, contro l’82,1% delle altre aree.
- Parallelamente, il 41,3% delle medie imprese meridionali pianifica di adottare l’intelligenza artificiale nei prossimi tre anni, rispetto al 37,5% di quelle del Centro-Nord. Questi investimenti mirano non solo a ottimizzare i processi esistenti, ma anche a creare nuove attività più innovative e competitive.
Tuttavia, il rapporto evidenzia anche le sfide che le medie imprese meridionali devono affrontare, a partire dalle criticità riscontrate “nell’uso” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR):
- Quasi il 50% delle medie imprese del Mezzogiorno ritiene che il Piano possa contribuire alla crescita economica del Paese, il 42,9% lo vede utile per la transizione digitale e il 37,5% per quella green.
- Tuttavia, la metà delle medie imprese del Mezzogiorno ritiene che i benefici del PNRR siano compromessi dalla burocrazia e dalle difficoltà nell’attuazione dei progetti.
Infine, il rapporto sottolinea alcune problematiche strutturali che rappresentano un freno alla crescita delle medie imprese del Sud:
- Oltre l’80% delle medie imprese del Sud segnala difficoltà nel reperire figure qualificate, una quota che si riduce al 42,8% nelle altre aree.
- Il 33% delle medie imprese meridionali considera l’inserimento di lavoratori stranieri una soluzione per colmare il gap, principalmente per la scarsa disponibilità di personale italiano (61,9%) e la mancanza di giovani (28,6%).
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Scarica la presentazione "Le medie imprese del Mezzogiorno: contesto competitivo, rischi e investimenti tecnologici", a cura di Emanuela Salerno, senior analyst Area Studi Mediobanca
Scarica la presentazione "Le strategie di innovazione delle medie imprese del mezzogiorno tra rischi, «sicurezza» e il ruolo delle istituzioni", a cura di Marco Pini, senior economist Centro Studi G.Tagliacarne