“Il Mezzogiorno d'Italia è in una situazione di trappola dello sviluppo, caratterizzata da andamento flettente del tasso di crescita del prodotto pro-capite, bassa produttività, modesti tassi di occupazione. Tutto questo dinanzi alla prospettiva di un impegno di risorse che non ha precedenti nelle politiche per il Sud degli ultimi decenni: 213 miliardi di euro tra PNRR, Fondi Strutturali europei e interventi connessi”.
E’ quanto ha sottolineato oggi Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, intervenuto alla presentazione del libro "Next Generation Italia - Un nuovo Sud a 70 anni dalla Cassa per il Mezzogiorno", curato dagli economisti Amedeo Lepore e Claudio de Vincenti.
“In particolare – ha evidenziato Esposito - i fondi del PNRR sono stanziati in via programmatica, ma solo per circa 1/3 riguardano interventi già decisi. La restante parte dovrà essere allocata in forma competitiva, attraverso la partecipazione a bandi rivolti a imprese e enti locali”.
Tuttavia, ha avvertito il direttore generale, “affinché ci sia un effettivo impiego in loco serve una profonda azione di ammodernamento quantitativo e qualitativo della pubblica amministrazione locale. Oggi il livello di qualità del Governo di queste amministrazioni è ancora molto basso. Sardegna, Puglia, Campania, Sicilia e Calabria hanno livelli di capitale umano che sono nel migliore dei casi pari al 40% di quello delle regioni italiane più performanti (Lombardia e Friuli Venezia Giulia). I comuni del Sud hanno avuto negli anni 2007-18 un indice di ricambio del personale molto basso, pari allo 0,58 contro un indice di 0,70 dei Comuni del Centro-Nord”.
Ricostruire e sviluppare un capitale istituzionale-amministrativo adeguato è perciò centrale per vincere la sfida. E questo passa secondo Esposito per “la riqualificazione della PA locale e lo snellimento procedurale”. Per avere un'idea conclude il direttore generale “una valutazione del Centro Studi Tagliacarne ci dice che se un terzo del tempo del personale dedicato agli adempimenti amministrativi fosse impiegato nella produzione questo comporterebbe un aumento della produttività per le imprese stimabile tra lo 0,5% e l'1,1%”.