In un contesto competitivo particolarmente complesso ed incerto le medie imprese, fiore all'occhiello del capitalismo familiare, devono fare fronte a crescenti difficoltà per continuare a confrontarsi con successo sullo scenario globale.
Mismatch tra domanda e offerta di lavoro, riduzione dei margini di profitto, competizione sui prezzi, approvvigionamento delle materie prime sono tra i principali ostacoli evidenziati da queste imprese. Più nel dettaglio, oltre una media impresa su due segnala come criticità la difficoltà di reperire profili professionali adeguati seguono:
- Riduzione dei margini: 43,5%
- Competizione sui prezzi: 36,1%
- Mancato utilizzo della capacità produttiva: 33%
- Problemi di approvvigionamento delle materie prime: 26,2%
Per superare alcuni di questi ostacoli, le medie imprese vedono nell’Unione Europea un importante alleato. Ma quali sono i temi sui quali l’Europa dovrebbe migliorare o potenziare il suo intervento secondo queste importanti rappresentanti dell’eccellenza del made in Italy?
A darne evidenza è un’indagine del Centro Studi Tagliacarne-Unioncamere secondo cui le medie imprese chiedono all’Unione europea per il:
- 51,2% sicurezza energetica
- 45,5% tutela dalla concorrenza sleale di Paesi extra-UE
- 32,2% accordi per l'approvvigionamento di materie prime
- 25,0% facilitazione degli scambi di beni, servizi, capitali e persone tra i paesi membri
- 7,3% garantire politiche comuni per la ricerca di manodopera qualificata
Questi dati emergono dal XXIII Rapporto annuale sulle medie imprese industriali italiane e dal Report “Le strategie di innovazione delle medie imprese tra rischi, «sicurezza» e il ruolo delle istituzioni” realizzati dall’Area Studi di Mediobanca, dal Centro Studi Tagliacarne e da Unioncamere.
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