Il Covid ha rimescolato la geografia produttiva del Paese. Appena 22 province su 107 hanno superato nel 2021 la ricchezza prodotta nel 2019 a valori correnti, lasciando alle spalle la crisi causata dalla pandemia. Più della metà si trova in Campania e Sicilia. Enna si è mossa ad una velocità maggiore delle altre province +2,9%, contro la media nazionale del -1,2%. Ma Milano con 49.332 euro a testa si conferma al primo posto per reddito prodotto pro-capite. Sono alcune delle evidenze emerse dall’analisi del Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere sul valore aggiunto provinciale dello scorso anno, secondo cui tra il 2021 e il 2019 difficoltà di recupero si riscontrano in particolare lungo tutte le province bagnate dal Mare Adriatico (-1,8%), in Toscana (-2,4%) e nel Triveneto (-2,3%). A fare più fatica è stato il comparto dei servizi (-2,7%) su cui pesa la difficile rimonta delle attività connesse al turismo (-27,2%) con riflessi negativi soprattutto sulle città metropolitane. Mentre l’edilizia, grazie alle misure di sostegno governative, mostra un maggiore sprint del valore aggiunto prodotto (+12,6%), soprattutto in Umbria e in gran parte della Sicilia che registrano punte di crescita superiori al 30%. Chiude con il segno più anche il bilancio dell’industria in senso stretto che sfiora il 2%, contribuendo in maniera significativa alla ripresa.
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